Fondata sull’antico graticolato romano, crocevia fra le tre province di Venezia, Treviso e Padova, la storia di Scorzè è soprattutto quella di una civiltà contadina che ha saputo sfruttare al meglio le preziose risorse offerte dal territorio.
L’acqua di Scorzè e di Rio San Martino, ancor prima dello sfruttamento industriale da parte dell’azienda Acque Minerali San Benedetto risalente ai primi anni ’60, era da tempo conosciuta ed apprezzata non solo localmente ma anche nei paesi vicini.
L’acqua era, ed è tutt’oggi, un elemento fondamentale per la coltivazione e la lavorazione del radicchio rosso di Treviso, tutelato dal 1996 dall’Unione Europea con il marchio IGP – Indicazione Geografica Protetta.
La lavorazione del radicchio segue uno speciale procedimento. Raccolto nei campi durante l’inverno, secondo tradizione a partire dal giorno di San Martino, 11 novembre, pulito e privato delle foglie più esterne viene conservato per alcuni giorni al riparo a bagno nell’acqua corrente. In questa operazione, detta “di imbiancatura” le foglie del radicchio diventano più rigide acquistando croccantezza ed il classico colore rosso vivo che gli hanno valso l’appellativo di “fiore d’inverno”.
L’inizio della raccolta del radicchio di Treviso è per Rio San Martino una festa, celebrata ogni anno con la tradizionale Sagra del Radicchio che sta riscuotendo negli anni sempre più successo grazie anche alla diffusione del radicchio, apprezzato e ricercato dagli chef di tutto il mondo.
L’acqua, il terreno, la maestria e l’abilità contadina sono i segreti della bontà del radicchio di Treviso che vi invitiamo a scoprire nei nostri piatti e nelle ricette tradizionali.